La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo 1948 – 2018 | Giuseppe Longhi

La formazione dell’ecosistema della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo

Alla fine del secondo conflitto mondiale le regole della convivenza a scala globale sono riviste dall’ONU, dove l’Italia sarà ammessa nel 1955, grazie a un ecosistema di provvedimenti al cui centro è la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948), inserita in un sistema di spazi fisici articolati per nazione, regolati  dalla Carta delle Nazioni Unite (1945) e da un sistema di gestione del capitale fisico (o se si vuole della ricchezza) inizialmente ispirato dalla Carta de L’Avana (1947).

Quest’ultimo documento è importante, perché, promosso da Truman ed elaborato con il contributo di John Maynard Keynes (che guidava la rappresentanza inglese), parla di generazioni future, di tolleranza e di equità, specie nei riguardi dei paesi più deboli; esso fa presagire una globalizzazione in cui i diritti dell’uomo e la dinamica dei suoi spazi sono ispirati a politiche generative, attivate da rapporti più equi con il terzo mondo.

Infatti la carta prevedeva:

  • condizioni eque per l’acquisto di materie prime dei paesi sottosviluppati da parte dei paesi industrializzati i quali non potevano praticare prezzi inferiori a quelli domestici;
  • i paesi industrializzati si impegnavano ad effettuare le lavorazioni delle materie prime nei paesi d’origine;
  • veniva creata una moneta speciale per regolare i rapporti fra sviluppati e sottosviluppati, per mitigare l’effetto delle monete forti (dollaro e sterlina).

Ma la Carta non fu approvata dagli stessi USA, i quali sottoscrissero solo il preambolo, perché preoccupati sia di perdere l’egemonia del commercio internazionale, sia di un’eventuale  crisi di sovrapproduzione. Impongono così la Banca Mondiale, il Piano Marshall, il GATT (cui non aderirono tutti i paesi, ma solo quelli filo USA), una serie di istituti sotto il loro stretto controllo. Inoltre danno visibilità alla loro volontà di dominio con la sede dell’ONU accentrata in un unico grattacielo in New York .

Queste questioni sono interpretate criticamente da Mumford nel suo famoso articolo “Gentleman: you are mad” pubblicato in The Saturday Review  (1946) nel quale alla sede dell’ONU concentrata in un solo edificio (simbolo della supremazia assoluta del vincitore sul mondo) contrappone una molteplicità di sedi, una per ogni continente, con statuto speciale sul modello di Città del Vaticano (simbolo di un dialogo proattivo fra diversità).

In sostanza in quel periodo, malgrado le virtuose premesse, si scatena la tendenza dell’imposizione versus i “common sentiments” che segnerà lo scenario mondiale fino ai problematici epigoni cui assistiamo ai giorni nostri, specie riguardo il commercio internazionale e la gestione dei macro-crediti.

Vale la pena di ricordare che nel nostro paese fu Enrico Mattei a fare propri i principi de L’Avana, che sono leggibili nella politica dell’ENI, per quanto riguarda la negoziazione delle materie prime e la loro lavorazione in sito.

Nella letteratura questa complessa storia non ha una trattazione olistica, per cui è difficile ricostruire organicamente le interdipendenze con lo spazio e l’economia che avrebbero garantito un’alta tangibilità alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo; per cui procedo per spunti bibliografici rispetto alle singole questioni:

Carta delle Nazioni Unite (1945)
http://www.storiacontemporanea.eu/content/carta-delle-nazioni-unite-1945

Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948).
Una trattazione riccamente commentata,  opera del centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università di Padova, si trova in http://unipd-centrodirittiumani.it/it/dossier/La-Dichiarazione-Universale-dei-diritti-umani-commentata-dal-Prof-Antonio-Papisca/3

Carta de l’Avana (1947)
Havana Charter   https://www.wto.org/english/docs_e/legal_e/havana_e.pdf
Havana Charter: a critical assessement https://www.ssrn.com/abstract=1501277

Lewis Mumford, Genleman: you are mad!
Lewis Mumford, Genleman: you are mad!, The saturday Review, 2 march 1946
http://www.unz.com/print/SaturdayRev-1946mar02-00005/

Atomic warfare means universal extermination
https://librarianshipwreck.wordpress.com/2017/08/09/atomic-warfare-means-universal-extermination/


L’ecosistema della Dichiarazione oggi

Si è dissolto da tempo il GATT (1995), lasciando irrisolta la questione dell’equità degli scambi, l’equità nei rapporti fra le nazioni è stata sostituita (1997) dalla logica del club ristretto in un percorso dal G8 al G20, la sinergia diritti umani – spazio chiuso della nazione viene sostituita in modo crescente  dalla sinergia uomo-rete.

Lo storico rapporto olistico uomo-spazio fisico- capitale fisico viene integrato in una successione non lineare con il rapporto uomo-spazio immateriale- capitale cognitivo-capitale naturale, dove il diritto di cittadinanza (sia rispetto allo spazio, sia rispetto ai nuovi flussi d’informazione, sia rispetto alle risorse naturali) continua ad essere la questione centrale.

La Carta dei diritti umani di conseguenza, oggi, deve essere riletta in un sistema di cambiamenti dirompenti:

  • rispetto alla “Theory of moral sentiments”, acutamente anticipata da Adam Smith, che oggi deve riferirsi a uno sviluppo tecnologico in cui il robot si affianca all’uomo;
  • rispetto alla rivalutazione di beni ‘intangibili’, disponibili a tutti, per favorire nuovi modelli di sviluppo umano, lungo il percorso segnato da Amarthya Sen, Martha Nussbaum e dal recente premio Nobel per l’economia Paul Romer;
  • rispetto alla rivalutazione delle risorse naturali, per un uomo impegnato a rispettare la capacità di carico del pianeta, lungo la filiera iniziata con la Conferenza sull’ambiente umano di Stoccolma (1972) fino agli attuali Sustainable Development Goals 2030

 

Riferimenti essenziali:

Adam Smith, The theory of moral sentiments, in:
https://www.ibiblio.org/ml/libri/s/SmithA_MoralSentiments_p.pdf

Amarthya Sen, Human Development report 2010, in: http://hdr.undp.org/sites/default/files/reports/270/hdr_2010_en_complete_reprint.pdf

Martha Nussbaum, Creating capabilities
https://www3.nd.edu/~ndlaw/prog-human-rights/london-symposium/CreatingCapabilities.pdf

Paul Romer, The economics of idea
https://www.econ.berkeley.edu/content/guest-post-economist-ideas-paul-romer-former-berkeley-economics-professor-receives-2018

ONU Sustainable development goals
https://www.un.org/sustainabledevelopment/